I depositi che formano le varve del Banco Varvato Carbonatico (Figg. 40 e 62) appaiono quasi bianchi perché le varve sono composte da una lamina bianca molto più spessa di quella nera. Lo spessore della lamina bianca dipende dalla quantità di carbonato di calcio precipitato dall’attività delle alghe, che a sua volta dipende dalla temperatura nella stagione calda. Orbene, osservando la parte media del Banco, si osserva un intervallo più scuro dello spessore di 40 cm (Figg. 62 e 64), che prende il nome di “Banda di varve scure”. Questo intervallo è composto da un pacco di 1080 varve particolarmente sottili (circa 0,2 mm), e di colore scuro, perché la lamina bianca è sottile e quella scura dà il colore a tutto il pacco. Forse che in quei 1080 anni le estati siano state più fredde? La storia delle foreste e la composizione geochimica dei carbonati hanno confermato drammaticamente questa ipotesi14. Nel giro di sole 30 varve (30 anni) le foreste miste di latifoglie e abete bianco scomparvero, e al loro posto si insediarono foreste di pino e abete rosso. Il limite degli alberi si era abbassato sulle montagne intorno a 1200-1400 metri s.l.m. Come se il clima di Sovere in trent’anni si trasformasse nel clima di Santa Caterina Valfurva! Conseguenza di questa catastrofe ecologica furono innumerevoli frane e valanghe che si tuffavano nel lago, rimuovevano i fanghi sui pendii del fondo e li facevano scivolare, arricciando pacchetti di varve ancora plastiche, e ripiegandole a formare disegni fantastici (Fig. 63). In base alle datazioni e al paleomagnetismo, ciò avvenne circa 779 mila anni fa. Se questa catastrofe rappresenta la fine dell’Interglaciale di Pianico, la sua durata sarebbe di 15.870 ± 1130 anni.