Torniamo ora all’evoluzione geologica del bacino e al suo significato per la storia del clima nelle Alpi. Secondo A. Baltzer, i depositi dell’antico lago appoggerebbero sopra un deposito glaciale e sarebbero a loro volta ricoperti da un altro deposito glaciale (Fig. 18); visti i dati paleobotanici, essi pensarono che il lago si fosse sviluppato tra la penultima glaciazione (da loro chiamata “Riss”) e l’ultima glacia- zione (“Würm”), cioè nell’ultima fase temperata interglaciale prima di quella odierna. Da qui nasce la denominazione “interglaciale Riss / Würm”, per la fase di clima caldo tra le ultime due glaciazioni. Così, durante tutto il XX secolo, il deposito di Pianico-Sèllere fu ritenuto il migliore archivio dell’interglaciale Riss / Würm a Sud delle Alpi. Furono di questa opinione anche il geologo Sergio Venzo (Fig. 19b), che lavorò estesamente alla storia glaciale nella montagna lombarda, i botanici Fausto Lona (Univ. di Parma) e Walther Rytz (Univ. di Berna), nonchè i loro allievi. Tuttavia lo stesso Venzo e molti altri espressero opinioni diverse e contrastanti sull’origine del lago. Secondo Stoppani e Alessio Amighetti, il lago fu sbarrato direttamente dal ghiacciaio camuno che risaliva la Val Borlezza, mentre secondo Francesco Salmojraghi lo sbarramento fu costruito dai depositi del ghiacciaio (morene). Richard Lepsius negò l’esistenza di depositi glaciali sottostanti ai sedimenti lacustri e propose un’origine tettonica per la conca lacustre, precedente alle glaciazioni.
Verso il 1950, Giuseppe Nangeroni (Università Cattolica di Milano, Fig. 19a) e il Venzo ritennero che lo sbarramento fosse causato dai detriti franati dal Monte Clemo – oggi cementati nel Ceppo di Poltragno – e inoltre da un delta che l’Oglio costruì all’altezza di San Maurizio, quando il torrente scorreva ad oltre 300 m di quota, sopra Lovere7. Questa ipotesi fu solo in parte condivisa da Pompeo Casati (Univ. di Milano) secondo cui il delta era invece situato tra Sèllere e Poltragno.