Iniziamo la discesa e subito vediamo grossi massi alla nostra sinistra. Facendo attenzione vi sono: (4a) conglomerati, cioè ghiaie cementate con ciottoletti, di origine fluviale; al di sotto grandi blocchi provenienti dalla Val Camonica portati qui dal ghiacciaio che risaliva la Val Borlezza; (4b) un metro più sotto, si vedono sabbie gialle e livelli fini, formatisi in un laghetto.
I ghiacciai molto spesso sbarrano laghi grandi e piccoli. (4c) Scendiamo e di nuovo vediamo grossi massi; tra questi uno di colore violetto portato dalla Val Camonica e modellato dal ghiacciaio . (r) Al tornante, sotto i tronchi degli alberi, si incontra una roccia completamente diversa, che chiamiamo tufa calcareo. Non c’entra il tufo vulcanico; il tufa è una roccia sedimentaria recente, qui formata da una piccola sorgente con muschi. I muschi sono stati pietrificati dalle incrostazioni di carbonato di calcio, e infine rivestiti da uno strato meno poroso, composto di cristalli di calcite.
I terrazzi fluviali
A metà discesa incontriamo un grande prato a quota 306 m, che occupa il terrazzo intermedio, dove il torrente scorreva poche migliaia di anni fa. Da questa quota in giù sono visibili i depositi dell’antico Lago di Pianico-Sèllere (Formazione di Pianico). Nel 2007 in questo prato è stata installata una sonda che ha perforato un buco profondo 80 metri nella Formazione di Pianico, senza raggiungerne il fondo.
Raggiunto il fondovalle, potete osservare sulla sponda opposta del torrente la Sezione della Palazzina (stop 6). Tutte queste spettacolari esposizioni sono prodotte dall’erosione laterale nei settori a maggiore curvatura dei meandri.