L’estrazione delle foglie dai sedimenti lacustri è difficile e richiede molta pazienza. Non si possono impiegare setacci e getti d’acqua perché le foglie sono molto fragili. Si devono quindi aprire gli strati (varve) con spatole rigide. Individuato un reperto, si trasferisce subito lo strato in laboratorio dove si lavora delicatamente con pennelli ed acqua fino ad evidenziare il margine fogliare. Le foglie così pulite devono essere fotografate immediatamente sia con luce radente (lampada) che luce piena (sole). Ogni pezzo fotografato avrà una scala e una sigla stratigrafica, senza la quale perde di significato scientifico. Si prosegue poi con lo studio delle nervature, utilizzando atlanti di foglie fotografate in controluce. Infine si prepara il pezzo per la conservazione.