Il 19 febbraio del 2000, Clara Mangili e Sabina Rossi scoprirono un osso nei sedimenti lacustri sulla scarpata destra del Torrente Borlezza . Un sopralluogo dei tecnici appurò che era un osso della zampa posteriore di un erbivoro. Si capì che solo l’estremità della zampa era stata erosa dal torrente, mentre l’intero scheletro era ancora conservato nel deposito. Nel 2001 il Museo di Scienze Naturali di Bergamo organizzò lo scavo di recupero.
Il restauro si è concluso con l’inaugurazione della sala cervo nel 2012. Questo esemplare appartiene alla prima specie di cervo moderno che apparve in Europa, il “cervo acoronato”.
I depositi che contenevano la carcassa sono limi sabbiosi grigi stratificati appartenenti al Membro di La Palazzina. Ci troviamo a quota 299 m, più in alto rispetto alle varve bianche della Sezione muro che avete visitato poco fa. Poiché gli strati più antichi sono sempre quelli più profondi, il cervo visse dopo la conclusione del banco di varve. Secondo le datazioni visse circa 762 mila anni fa, 8 mila anni dopo la fine delle varve.
A quel tempo la Val Borlezza era ricoperta da foreste di latifoglie; il clima era mite, ma non era più caldo come al tempo delle varve.